giovedì 25 novembre 2010

Quale cultura

La cultura è un patrimonio intellettuale e materiale costituito dai seguenti fattori:
a. Valori, norme, definizioni, linguaggi, simboli, modelli di comportamento, tecniche mentali e corporee con funzioni cognitive, affettive, valutative, espressive, regolative, manipolative.
b. Oggettivazioni, supporti, veicoli materiali o corporei degli stessi.
c. Mezzi materiali per la produzione e riproduzione sociale dell’uomo. L’uomo come prodotto sviluppatosi attraverso il lavoro e l’interazione sociale, trasmesso ed ereditato per la maggior parte dalle generazioni passate e da altre società. Il patrimonio culturale è prodotto solo da una piccola parte dalle generazioni viventi.

Questo tipo di concetto della cultura rappresenta un livello di interdipendenza tra la realtà sociale e la personalità dei soggetti.
Ci sono state fin dall’antichità numerosi definizioni della cultura a dimostrazione dell’importanza che viene data al concetto di cultura.
In molte definizioni possiamo identificare dimensioni che rendono per certi versi simili la stessa definizione, per altri del tutto diversi.

E’ opportuno tracciare le coordinate dello spazio concettuale all’interno del quale si situano le definizioni della cultura. Ogni coordinata corrisponde ad una dimensione di tale spazio, una variabile con due poli opposti e numerose modalità intermedie.

Dimensione: Oggettiva/Soggettiva
Concezioni della cultura più vicino alla soggettività:
- La cultura è prevalentemente una proprietà interiore dell’individuo. E’ qualcosa che caratterizza la sua personalità.
- La cultura è un senso di crescita dell’uomo. E’ l’acquisizione e lo sviluppo graduale di facoltà più elevate tramite l’educazione, la filosofia, le arti.

Questi tipi di concezioni della cultura li troviamo tra gli antichi greci, i romani, gli scrittori italiani del rinascimento.

Concezioni più moderne della cultura:
- La dimensione soggettiva perde la connotazione progressivo - valutativa; la cultura e la personalità sono due aspetti del medesimo processo.

Concezioni dove la modalità soggettiva della cultura è in contrapposizione a quella oggettiva:
Diversità della cultura soggettiva
Per W. Sombart la modalità soggettiva è costituita dalla cultura personale, cioè dalla utilizzazione e rielaborazione di prodotti della cultura oggettiva la cui durata supera la vita dell’individuo. Questo tipo di concezione della cultura come modalità soggettiva dell’individuo è congruente con definizioni della cultura come prodotto collettivo che si manifesta in artefatti, istituzioni, preesistenza, esteriorità, autonomia e costrizione della cultura sul soggetto individuale.

Concezioni "oggettive" della cultura:
- Pensiero tedesco: Hegel, Marx, Spranger e Freyer.
- Etnologia tedesca: Klemn, Wundt, Thurnwald.
- Antropologia inglese: Tylor
- Socio-etnologia francese: Durkheim

Un asse di interpretazione del concetto di cultura possiamo individuarlo tra l’aspetto EVOLUTIVO e quello CICLICO dei fenomeni culturali. Un altro asse invece è quello tra concezioni della cultura che accentuano le componenti PROGRESSIVE della cultura e quello che le negano attraverso l’EQUIVALENZA QUALITATIVA fra tutte le culture.
Sono numerose anche le definizioni della cultura che accolgono l’equazione “EVOLUZIONE = PROGRESSO” della seconda metà dell’Ottocento.

Progressiva ma non evolutiva
A. Comte ritiene inarrestabile e irreversibile il cammino dell’umanità dallo stadio inferiore della Cultura Teologica a quello intermedio della Cultura Metafisica, per giungere allo stadio superiore della Cultura Positiva e Scientifica.

Evolutiva ma non propriamente progressiva
H. Spencer analizza in dettaglio i fenomeni di DIFFERENZIAZIONE strutturale e funzionale delle ISTITUZIONI quali organi del CORPO SOCIALE.

Cauto accento evolutivo
Nessuna cultura, sia che appartenga ad una società “complessa” che “primitiva”, può essere considerata come uno stadio più avanzato di progresso rispetto a qualsiasi altra. E’ il rigetto dell’idea di CIVILTA’. E’ la reazione alle concezioni evoluzionistiche che ponevano le Culture Occidentali all’apice di una scala dove le Culture indigene dell’Asia o dell’Oceania o dell’Americhe erano al gradino più basso.

Cultura come gruppi di elementi
Concezioni che individuano nella Cultura solamente un gruppo ristretto di CONFIGURAZIONI o TIPI dei suoi principali elementi: il COSTUME, la FILOSOFIA, l’ETICA, l’ARTE, la RELIGIONE, il DIRITTO, etc. Questi elementi in determinate epoche si affermano e poi scompaiono, in altre epoche si ripresentano in un’alternanza infinita anche senza una costanza di contenuti.
Gli esponenti della concezione CICLICA della Cultura sono Giambattista Vico a cavallo tra il Seicento e il Settecento ed alcuni moderni tra cui troviamo P. A. Sorokin che individua tre sole forme che tutti i sitemi culturali possono assumere in una perenne fluttuanza improntati su principi ontologici: SENSISTA, IDEALISTICO, IDEAZIONALE. Sorokin sostiene l’ORGANICITA’ o TOTALITA’ ORGANICA della cultura: ogni sistema culturale ascende verso una forma di integrazione fra tutte le componenti; raggiunge per un breve periodo un’armonia interna; poi il sistema decade verso uno stato di disintegrazione e di “morte”.

La constatazione che l’elaborazione artistica, religiosa, letteraria, rituale ha pari dignità in tutte le società ed è impossibile definirne una gerarchia, cosa invece possibile per l’elaborazione scientifica, tecnica e organizzativa, ha condotto a dividere in due classi i prodotti del lavoro e dell’interazione umana.
In una prima classe abbiamo quelli che non poniamo ordinabili in una scala di qualità e progresso e che si manifestano in una determinata società dopo un certo periodo o in altre società nello stesso momento. A questi prodotti dovrebbe essere dato il termine di CULTURA.
Nella seconda classe vi sono invece prodotti che possono essere ordinati in una scala e tali appaiono in tutte le società. A questi prodotti dovrebbe essere dato il termine di CIVILTA’.
Seguendo questa distinzione tra Cultura e Civiltà’ possiamo dire che la CULTURA è CICLICA e tutte le culture si equivalgono qualitativamente e che sia Cultura in generale che le Culture singole non sono statiche ma fluttuanti, cioè sempre in movimento. In questa concezione della Cultura si eliminano innanzitutto la scienza e tutto quello che non è ciclico; quindi la scienza e tutto quello che non è ciclico non appartenendo al campo della cultura rientrano nel campo della civiltà. Questo ultimo tipo di distinzione fu elaborato da Alfred Weber.
Secondo MalIver appartengono alla sfera della CIVILTA’ tutti gli oggetti che hanno caratteristiche UTILITARIE, mentre appartengono alla sfera della CULTURA tutte quelle espressioni che rispondono a necessità interiori dell’uomo e non esteriori.

- Dalla storia della cultura si desume che la sua funzione sta nel designare e specificare un piano della realtà sociale che per quanto sia strettamente intrecciato con il sistema sociale e con i sistemi intrapsichici, appare comunque distinto da essi nella coscienza sociale per riuscire a compiere l’analisi scientifica. Tuttavia si incontrano definizioni che ampliano il concetto di cultura fino a comprendere i comportamenti istituzionali e le collettività con determinate culture. In tal modo la cultura diventa sinonimo di società. All’estremo opposto troviamo definizioni che fanno rientrare nella cultura soltanto prodotti puri dell’intelletto umano quali il linguaggio, la morale, la filosofia.

- Secondo Marx e Engels la distinzione tra il piano dei rapporti sociali o sistema sociale (struttura) e il piano dei prodotti dell’attività razionale, creativa, espressiva, valutativa, ludica degli uomini (sovrastruttura) è molto netto e il secondo piano è subordinato al primo. Per Marx il prodotto dell’uomo è divenuto da lui indipendente e gli si contrappone nella formazione economico – sociale capitalista come forza ostile anche se è in costante trasformazione e rielaborazione. La conseguenza di questo ragionamento comporta che la sfera della cultura comprende i modi di produzione e le formazioni economiche – sociali.

La cultura oltre ad essere il patrimonio intellettuale e materiale dell’umanità è anche:
a. Il prodotto storico in una data società determinatosi attraverso sviluppi interni e aggregazioni tramite processi di importazione culturale e di acculturazione.
b. Ogni cultura è formata da molti elementi ideologici e materiali che anche quando sono tra di loro integrati sono di origine eterogenea in quanto provengono da altre società e culture remote nel tempo e nello spazio.
c. Il volume totale della cultura che una generazione o un individuo ha a disposizione è enormemente superiore a quello prodotto da essa. Il contributo di ciascuna generazione contribuisce a far crescere il volume totale della cultura: più lentamente nelle arti, più velocemente nella scienza.
d. Tutti gli elementi immateriali della Cultura (valori, simboli, norme, linguaggi) sono appresi dall’uomo sulla base della struttura biologica e fisiologica.
e. Ogni essere umano fin dalla nascita può apprendere la maggior parte degli elementi di tutte le culture; con il passar del tempo la possibilità di apprendimento si riduce drasticamente; l’individuo può apprendere solo una minima parte della cultura filosofica, religiosa o letteraria accumulata dal passato.

Se si accoglie la distinzione tra Cultura Materiale e Cultura Immateriale è solo il SIGNIFICATO attribuito ad un oggetto che fa di esso un elemento della Cultura e non l’oggetto. Questo tipo di concezione della cultura va incrociata con la dimensione SOSTITUTIVITA’/NON SOSTITUTIVITA’. In questo caso la scienza e la tecnologia sono SOSTITUTIVI come lo sono i mezzi di produzione, di trasporto, di comunicazione; sono NON SOSTITUTIVI, invece, la maggior parte delle lingue, delle espressioni artistiche, dei sistemi religiosi e filosofici. In questo modo possiamo distinguere la cultura in quattro classi:
- Cultura materiale/sostitutiva
- Cultura materiale/non sostitutiva
- Cultura non materiale/sostitutiva
- Cultura non materiale/non sostitutiva

Le prime classificazioni della cultura materiale nel corso dell’Ottocento rispondevano ad esigenze museografiche e tutt’ora si riflettono nei manuali di antropologia sociale e culturale anglosassone. Mentre la cultura non materiale ha trovato una trasmissione precostituita nella tradizionale ripartizione delle discipline umanistiche:
• letteratura e arte
• diritto e filosofia
• scienze e religione

Dal punto di vista dell’azione sociale ogni classificazione di elementi culturali non deve prescindere dalla funzione che essi hanno nel soddisfare bisogni umani sia primari che emergenti:
o I bisogni cognitivi sono la necessità di stabilire identità e differenze tra segni; sono soddisfatti da definizioni culturali di vero o falso, da sistemi logici, da tecniche di indagine intellettuale ed empiriche.
o Il bisogno di dare una valenza affettiva positiva o negativa a qualsiasi oggetto.
o La regolazione dei rapporti interpersonali e intercollettivi richiede norme relazionali e regolative.
o L’espressione di stati d’animo per non risultare disgregante deve essere filtrata da appositi codici.
o La manipolazione di materiali, oggetti e segni richiede TECNICHE appropriate.

Questi elementi della cultura sono ordinati in una gerarchia dove sopra i modelli di comportamento ci sono le norme relazionali e regolative e sopra a queste ci sono i VALORI. Si può parlare di integrazione degli elementi della cultura quando i loro significati, la loro logica, i loro modelli e le pratiche che propongono sono tra di loro coerenti. Ma si può anche parlare di integrazione della cultura e comportamento se c’è coerenza tra ciò che la cultura prescrive e il comportamento dei soggetti. La completa integrazione tra culture, comportamento e motivazione è detta ISTITUZIONALIZZAZIONE.
Ogni DEVIANZA dalle norme di comportamento, di azione e di pensiero che la cultura prescrive è oggetto di controllo sociale.

Si definisce SUBCULTURA la cultura specifica di un gruppo, una classe, una professione, un segmento della società.

La cultura IMPLICITA è la cultura appresa durante la socializzazione primaria senza intenzione consapevole (ad es. l’apprendimento della lingua natia). La cultura ESPLICITA è quella cultura che si apprende in modo deliberato (ad es. l’apprendimento delle lingue straniere).

Possiamo riconoscere alcuni filoni in relazione alle interpretazioni relative alle origini, all’evoluzione, e al mutamento della cultura o a parti di essa.
I. Un primo filone porta la dinamica della cultura ad una tendenza evolutiva naturale. L’agente primario di questo tipo di evoluzione culturale è la TECNICA o la TECNOLOGIA, i requisiti dell’organizzazione sociale e i fattori ideali. Questo filone si è sviluppato nell’illuminismo e nelle teorie del progresso dell’Ottocento.
II. Una variante dell’evoluzionismo culturale è l’indirizzo CULTOROLOGICO che porta all’estremo l’autonomia della cultura. In questo caso gli elementi della cultura sono determinati solo da altri elementi culturali e non possono essere spiegati con fenomeni della sfera psicologica e sociale.
III. In opposizione all’evoluzionismo culturale troviamo un filone storicistico per il quale ogni elemento della cultura rappresenta un fenomeno contingente e irripetibile, prodotto da contatti con altre culture. Si definisce ACCULTURAZIONE e il suo maggior rappresentante è stato Franz Boas.
IV. Per gli autori con orientamenti al materialismo storico, la cultura è l’espressione della coscienza sociale dei fondamentali rapporti sociali determinati dall’epoca storica, dai rapporti di produzione, dalle tensioni, dalle contraddizioni e dall’agire delle classi sociali e quindi dalle loro relative situazioni di privilegio o di sfruttamento.
V. Gli autori che si orientano all’interpretazione ciclica della cultura, la dinamica culturale risponde a una instabilità intrinseca in tutti i sistemi e superstizioni culturali che li spinge a passare ad un determinato stato a un altro in una fluttuazione senza fine.
VI. Un altro filone detto FUNZIONALISMO riporta la cultura materiale e non materiale alla necessità di soddisfare socialmente i bisogni biologici e fisiologici in presenza di un determinato ambiente fisico e umano.
VII. Un altro filone detto PSICOLOGISTICO sostiene che le definizioni cognitive, affettive, espressive, i modelli di comportamento, le idee artistiche, religiose e scientifiche sono risposte sempre più complesse allo sviluppo delle relazioni sociali, al funzionamento della personalità e al controllo dell’angoscia.

La cultura dà significato, orientamento, contenuto, efficacia alla quasi totalità delle azioni umane, ma è anche il maggior fattore di regolazione e di controllo di ogni tipo di comportamento.
Grazie all’apporto della PSICOANALISI che ha posto come la cultura abbia per presupposto la mancata soddisfazione, la repressione di potenti pulsioni della personalità dell’individuo. La cultura, secondo questa interpretazione è necessariamente un fattore di repressione che nella società contemporanea è stata aggiunta una quantità elevatissima di REPRESSIONE ADDIZIONALE imposta dai poteri costituiti per difendere i propri interessi. Questa repressione addizionale è così diversa e incalcolabile nei vari settori della società che è quasi impossibile a combattersi.